venerdì 25 maggio 2012

La vita e le incrollabili certezze di infallibilità dell'uomo.

L'uomo, dotato di ragione e sentimento, trova spesso grosse difficoltà nel coniugare il proprio bisogno di certezze con l'eterna dicotomia tra ragione e sentimento, che gli impone la ricerca incessante di un equilibrio in bilico tra due opposti. Poiché quest'equilibrio è sempre precario, da rinnovare di giorno in giorno, incapace di sottostare a pregiudizi e canoni certi, accade spesso che l'uomo scelga di costruire attorno alla propria vita una cinta di certezze incrollabili che risolva a priori i problemi che gli si presentano, garantendogli l'illusione di essere infallibile. Il carattere dell'uomo che si abbandoni a certezze incrollabili può evolvere in due modi diversi: esso può elaborare una razionalità tecnica o una razionalità pratica.

La razionalità tecnica rivolge tutte le proprie attenzioni a un solo settore d'indagine, un campo del sapere o una disciplina in cui sia specialista, finalizzando così ogni esperienza degna di nota al proprio settore e fondando su di esso tutte le proprie certezze. Perché la propria disciplina risulti l'unico vero punto di riferimento nella vita, l'uomo di razionalità tecnica si preoccupa di abbassare la dignità di tutte le altre, fino a renderle banali e insignificanti. La vita dell'uomo di razionalità tecnica si riduce dunque a uno schema, un codice con cui leggere la realtà e interpretarla da un unico punto di vista, piegandola fino a sterilizzarla. Un film in bianco e nero, disabituato alla complessa varietà della vita. Sono questi gli uomini che antepongono la carriera ad ogni altra cosa.

La razionalità pratica, invece, caratterizza l'uomo che, reputando il proprio settore d'indagine tutto sommato di scarso spessore culturale, confida tuttavia di trovarvi le certezze di cui ha bisogno per fuggire dalla precarietà di una vita in equilibrio tra ragione e sentimento: non potendo considerare la propria disciplina più alta di tante altre, l'uomo di razionalità pratica si costruisce una fiera identità di persona pragmatica, ben consapevole di occuparsi di faccende concrete piuttosto che dei fumi di discipline tanto elevate da rasentare le nuvole. L'uomo di razionalità pratica si vanta così di avere i piedi ben piantati per terra e di essere 'pratico' della vita, e non vede che la sua vita è tanto semplice e concreta da risultare scarna, banale, spoglia di tutti quei punti interrogativi che rendono la vita un imprevisto, svuotata infine del suo più profondo significato. 

Se il bisogno di incrollabili certezze ci autorizzasse a ridurre la nostra vita a degli schemi, allora ci basterebbe viverla su un foglio di carta, dietro una scrivania, in uno studio di cristallo.

Gabriele Pulvirenti

"Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri e a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro"
                           
                                  Eugenio Montale, Non chiederci la parola

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