sabato 31 dicembre 2011

...

Dovrebbe essere un discorso di augurio. Dovrebbe.
Ma mi astengo dal dovere, il mio cervello è andato automaticamente in modalità “vacanza”, sarà poi difficile spiegare ai professori che quando c’han detto “ buone vacanze”, li ha presi proprio alla lettera.
Ora allento un po’ la presa, e prendo più fiato che posso. Respira a pieni polmoni.
Come stai?
( Ho la consapevolezza che questa domanda non ha senso. Questa domanda non ha mai senso, e questa volta potrai scuotere la testa e fingere di non averla letta. Prendila come un regalo di Natale posticipato!)
Io non sto. Scuoto la testa per te.
Non sto da nessuna parte, fremo.
Eppure oggi, domani: tutti ci fermiamo per uno, due giorni.
Stiamo qualche istante, o qualche ora, di fronte ad un armadio: aspiriamo ad un istante di perfezione, ci perdiamo ognuno meglio che può.
E stiamo tutti fermi, riversiamo la speranza su qualche secondo.
-10,    9,    8,    7,   6,   5,  4,  3, 2,1. Auguri.
Auguri? Auguri!
Una rapida panoramica di qualche buon proposito,  qualche sana risata.
Ed io, dal canto mio, annullo ogni convenzione e non ti auguro amore, non ti auguro felicità, non ti auguro fede.
Perché tra oggi, 31/12/11 e domani 01/01/12 niente sarà cambiato.
Tu non sarai cambiato.
“ Tanto il resto cambia”, canta Mengoni, ed  oggi più che mai tento di confinare questo resto.
Noi cambiamo sì, noi cambiamo il mondo.
Noi non siamo cambiamento: noi cresciamo.
E tra questo 31/12 e quello dell’anno scorso, o dell’anno ancora prima, o del 2008, del 2006, del 2003, soltanto questo è cambiato: siamo cresciuti.
E mentre cresciamo, incassiamo, mettiamo in valigia, gettiamo dalla finestra, guardiamo le fotografie, le stracciamo, ci illudiamo, mormoriamo “ non è abbastanza”, gridiamo “ siamo importanti!” speriamo di poter cambiare non tanto noi stessi, quanto quello che ci circonda.
Ecco che ti auguro la forza: la forza di plasmare il mondo secondo la tua forma, e non di plasmarti secondo la forma che gli altri t’impongono, ti “suggeriscono”.
Ti auguro di poter mantenere saldi i confini di questo “resto” perché tu non sei  il resto: tu sei, noi siamo il risultato.
Siamo il risultato dell’unione tra amore e vita.
E la vita non cambia: è un’eternità che presto o tardi la vita si piega all’amore.  Quando la vita non si è piegata all’amore il risultato è stato solo guerra, morte. I libri di storia parlano, e per quanto possiam fingere d’esser sordi, la storia è già scritta e presta la voce a chi vuole ascoltare. (…)
Noi non dobbiamo essere il cambiamento, noi dobbiamo innescare il cambiamento.  
Noi artificieri pronti alla rivoluzione, con le nostre bandiere in mano, bandiere non solo verdibiancorosse.
Ma bandiere intinte nei nostri colori, quelli delle nostre tavolozze, quelli che tratteggiano più o meno leggeri i tratti della nostra vita.
Oggi ci fermiamo a guardare i fuochi pirotecnici, assordati dal frastuono, stupiti ancora una volta da quei nuovi colori.
E speriamo in nuovi colori, in nuovi rumori, in nuova voce, speriamo nel coraggio, nel coraggio di accendere anche noi l’ennesima luce.
Speriamo che illumini la gente che amiamo, che non si spenga, che non ci lasci più al buio, che ci permetta di riflettere in questo firmamento di stelle che sembrano sempre più lucenti di noi.
Speriamo di non doverci più nascondere.
Non ti auguro un Dio che si nasconde o che ti guarda la spalle, perché magari neanche ci credi, ma credi nella vita, perché affannati, o in apnea prendiamo fiato ogni tanto, e siamo sopravvissuti già una, o mille volte a chi ha provato a metterci  a tacere.
Crediamo che alla fin fine non smetterà mai di sorgere un domani.
Non ti auguro amore, perché magari sei stanco di innamorarti della gente, innamorati della vita abbiamo smesso di chiedere amore, perché nessuno ha mai guardato di buon occhio chi elemosina. Disprezziamo la pietà.
E mentre continuiamo a disperderci, spaziamo, scappiamo, ci incrociamo, e talvolta ci rincorriamo, il tempo di una, due, cento corse, una, due, cento partite, dispersi cerchiamo tutti di tagliare lo stesso traguardo, lo stesso traguardo per natura, strade diverse per inclinazione. O per scelta.
Cerchiamo smarriti la felicità, nonostante quei maledetti luoghi comuni c’abbiano già ripetuto migliaia di volte che la felicità non si cerca, non cerca, ma trova, travolge, assopisce.
E ti ritrovi una mattina con quel sapore dolce in bocca, ti alzi dal letto e tasti il tuo mondo, non ne ricordi il profumo.
Brancoli.
Magari ha il volto di quella passante, magari di un altro.  Magari è solo un sorriso, magari un sì, magari un silenzio. Dannato silenzio. Benedetto silenzio.
E vorresti chiedere il bis: “ concedimi solo un altro sorso, un altro scorcio, un altro volo”.
Magari quella volta non t’hanno sentito, magari non lo faranno mai, magari il cielo non accetta preghiere, e tu non lo accusi, per quanto tu possa esser blasfemo, non lo accusi.
Forza.
La forza di sciacquarti la bocca e di sorriderti un po’.
A te auguro la forza.
Non lasciarti scappare la vita, corri al suo fianco, e se per caso l’hai persa di vista, corri più veloce, raggiungila, pregala, risponderà.
La forza di correre. Ti auguro questo.
Sputa sulla disillusione, straccia quei fogli in cui t’han scritto no, ridi ai ricordi dei bersagli che hai mancato, spara sempre più in alto che puoi.
La forza di credere. Ti auguro anche questo.
Svuotati l’anima quando sei sull’orlo del precipizio, alleggerisciti il cuore, smettila di spiarlo, o di spiarla quando pensi che Lui, o che Lei non ti veda,  invadi il suo mondo, invadi il mondo col tuo amore, non dubitare mai di non meritarne.
La forza di amare. Ci auguro soltanto questo.

Chiara Carastro

martedì 20 dicembre 2011

.. che l' oggi restasse oggi senza domani
o domani potesse tendere all' infinito ...

Guccini
Il Natale esiste , e se non lo sentite non è perchè state diventando grandi...

Come ogni anno molte persone quando si avvicina il Natale sono solite scrivere o dire sempre delle frasi come : il Natale non è come una volta, il Natale fa schifo, odio il Natale, quest’ anno non sento il Natale, MA BASTA! Tutti passiamo dei momenti brutti, e tutti li supereremo prima o poi..
La vita è meravigliosa, e il Natale è quella festa che dovrebbe farcelo capire, il Natale è un calore che ti riscalda il cuore, il Natale non deve essere considerato come una festa del consumo, i regali si fanno perchè è BELLO (: vedere un sorriso , anche se minimo in viso alle persone a te care, il Natale è sempre Natale , anche se ogni anno vogliamo passarlo diversamente e invece finiamo sempre a casa dei nostri parenti, in realtà ci piace; mangiare le delizie della nonna/zia, ridere alle battute stupide dei tuoi parenti, ringraziare anche per i regali che non ci piacciono, perchè il Natale è gioia. Il Natale è AMORE, ed è per questo che io lo amo così tanto..
Auguri a tutti quelli che non credono nel Natale, affinché prima o poi in queste fredde sere il suo spirito vi illumini e vi riscaldi il cuore,e anche se per poco, vi renda felici !

Merry Christmas Gulli e Pennisi <3!

Angela Finocchiaro

lunedì 19 dicembre 2011

La cattiva politica in Italia non va mai in default

Se una volta le dittature nascevano dalla violenza, adesso nascono dallo spread.
Certo può  essere una frase ad effetto, ma non mi veniva altro in mente per descrivere la situazione italiana in questi giorni. Dittatura è un termine azzardato, forse troppo forte, e presuppone un "dictator", che prende le sembianze  del dollaro americano, o dell'euro, o del Renminbi cinese.  La politica è diventata mera subordinazione dell'economia finanziaria, e non lo si vede soltanto nel caso dell'Italia e della Grecia, paesi "commissariati"dall'UE e peraltro già con problemi interni molto gravi . Sia chiaro, se siamo in questa condizione, noi inteso come Italia, abbiamo e come le nostre colpe, che pagheremo a caro prezzo. L'urgenza ci ha imposto di correre ai ripari con un governo tecnico, chiamato per fare il cattivo gioco della politica. Risultato? Pagano sempre gli stessi, equità zero! D'altronde non mi stupisco più di tanto, né voglio soffermarmi  sui possibili provvedimenti, che si potevano prendere ma che non si sono presi (chissà perché? ): dai tagli alla burocrazia statale (i veri tagli alla politica) all'introduzione dell'ici sulle attività della Chiesa che producono ricchezze (il risparmio annuo per la Chiesa – e la perdita netta per il fisco italiano – si avvicinano ai due miliardi di euro),  dal taglio alle spese militari (recente è la notizia che l'Italia ha comprato 131 cacciabombardieri alla modica cifra di 16mld ) alla messa all'asta delle frequenze televisive digitali ( forse perché il partito di Mediaset è ancora esigua maggioranza?). La domanda che mi pongo è un'altra: si può permettere ad un governo non eletto,di fare scelte così drastiche che penalizzano solo ed esclusivamente la maggioranza del popolo? Mi direte, è l'urgenza che chiama, meglio in fin di vita che morti, perfetto, ma ci voleva davvero un governo di tecnici per fare una manovra di lacrime e tasse ? Credo che questo governo sia il "prestanome" della politica dell'interesse personale e clientelare e farà tutto ciò che un partito non si può permettere di fare per chiare ragioni elettorali. Questo governo non è la sconfitta della politica italiana, ne è la sua rigenerazione, la sua affermazione, in tutto il suo marcio. Berlusconi e la Lega ne escono vittoriosi, altro che festeggiamenti la sera delle dimissioni di B.: Monti spalerà tutto il letame in cui la cattiva politica degli ultimi anni ci ha sommerso e consentirà alla Lega di riprendere i voti persi durante la penultima legislatura passando all'opposizione. Credo poco alle lacrime di coccodrillo della Fornero , all'"illuminazione divina" del presidente della Conferenza Episcopale Italiana Bagnasco ( se n'è accorto ora che "forse" la Chiesa è vissuta in tutti questi anni nel più completo privilegio fiscale, nonostante già i contribuenti italiani versino circa 1 mld di euro nell'otto per mille alla Chiesa Cattolica?), alle interpretazioni di comodo delle borse e dello spread (dopo un grande abbassamento del tasso di 100 punti circa, recentemente è continuato a risalire nonostante la riforma), credo poco al mito della crescita infinita. Se è vero che ogni nazione ha il governo che si merita, prendiamone atto, supereremo pure questa, del resto la nostra storia ci insegna che gli ossimori politici convivono nella politica italiana; abbiamo superato la "democrazia autoritaria" di Crispi non vedo perché non possiamo superare la "tirannia (economica) costituzionale" dettata dal quel vecchio caro mostro del Capitalismo, che divora e rigenera ricchezza in un ottica meccanicistica in cui l'Homo sapiens diventa pura e semplice materia.

venerdì 9 dicembre 2011

Vedete bianco o nero?
C'è il grigio?
Io vedo verde, rosso, viola, blu, marrone, fuxia.
Per quanto mi piaccia colorare,
questo caleidoscopio mi confonde.
Voglio dire:
ci sono scritte che colori con colori graduati, seguendone le sfumature.
Scritte per le quali non puoi accostare verde e rosso, ché fanno a pugni.
Scritte per cui tra verde e rosso c'è verde chiaro, giallo, ocra, arancio...
Ordinate, complete... Un colore chiama l'altro.
Poi ci sono scritte in cui metti giallo e viola e va bene.
Ti lascio passare anche il verde e grigio, o rosso e lilla.
Non c'è una regola.
Scrivi "Speranza" di blu, poi di rosso.
Non sai mai che colore andrà scritto il tuo nome oggi.
Io non lo so che colore è il mio.
Sai i foglietti che la Fileccia vuole sul banco?
C'è qualcosa di peggio che chiamarti "tu"?
O per te è peggio essere chiamata "signorina Viola",
quando ti senti Turchese?
Come funziona la tua testa?
Sai il nome di qualcosa e poi le associ un' immagine, o vedi l'immagine e associ il nome?
Pensi ad "auto" e dici "car", oppure pensi a quattro ruote, un volante, la cintura di sicurezza e dici "car"?
Pensi a me e dici "Lilla" o pensi al lilla e dici "me"?
Ma ci conosciamo?


You with the sad eyes

don't be discouraged 

Oh I realize 
it's hard to take courage 
in a world full of people 
you can lose sight of it all 
and the darkness inside you 
can make you fell so small 
But I see your true colors 
shining through 
I see your true colors 
and that's why I love you 
so don't be afraid to let them show 
your true colors 
are beautiful 
like a rainbow.




M.

sabato 3 dicembre 2011

DURBAN, NOVEMBRE 2011

A Durban, al vertice internazionale sull’ambiente, è ancora una volta l’interesse economico particolare di ogni paese a dominare la scena. La crisi è l’ultimo pretesto per rinviare i termini di scadenza di impegni presi a Kyoto in un passato che sembra dimenticato. Ogni crisi è sintomo della necessità di un cambiamento: gli stati devono scommettere su nuovi mezzi di sviluppo, mezzi alternativi, e dunque, per cominciare, alternative fonti di energia; se non per amore dell’ambiente, anche solo per amore del progresso, se è davvero il progresso ciò che i governanti cercano. Un nuovo impulso nell’ economia può (e deve) andare di pari passo con un rinnovato e più sano rapporto con il nostro pianeta.
Ma a Durban i fumi dell’ economia cozzano con la nostra bella terra, e il progresso e la civiltà che l’uomo ha cercato con tanta insistenza in millenni di storia arriva a scontrarsi irrimediabilmente con l’umanità di cui un tempo i nostri sentimenti erano figli.
Io so perché i signori dell’economia, i padroni di quelle multinazionali che muovono i fili delle politiche finanziarie di ogni stato, sono ciechi di fronte al nostro pianeta e a quegli uomini suoi figli che gridano ogni giorno a vuoto, e vivono e muoiono ogni giorno dimenticati, e non conoscono altro che fame e non ne concepiscono la ragione, poiché è innaturale concepirla, è un insano artificio che cancella ogni rimorso.
Io so perché ogni giorno i signori dell’economia, guardando in faccia i loro figli, vedono solo degli eredi scapestrati e nulla più; perché guardandosi allo specchio vedono il fasto dei loro vestiti e nulla più; perché il fumo di quelli che definiscono i loro problemi, li stressa fino ad ammalare il loro animo: ciò che davvero opprime questi gran signori è la paura. Hanno accumulato masse di denaro in vita senza godere di un solo autentico sorriso; hanno acquistato il potere di rendere infelici gli altri, ma non quello di essere felici per se stessi. Ogni istante che passa della loro vita è così solcato dalla paura dell’inconsistenza, paura di non aver colto nulla dalla vita, in quella sindrome di onnipotenza che ha accecato il loro cuore. E non vedono che nulla di quello che hanno ottenuto li ha resi felici; non vedono che, quando la morte chiederà loro il conto, la incontreranno a occhi bassi. Non vedono cosa sono diventati.
E dunque, come per il celebre Mazzarò, la paura si tramuta in egoismo, e i gran signori dell’economia trattengono per sé il loro potere, la loro sciagurata ricchezza, nell’illusione che possa compensarli dello squallore della vita che hanno condotto, nella fugace speranza che i loro freddi calcoli, il continuo, ingordo stimolo alla conquista del possesso possa distrarli dalla loro paura d’inconsistenza, dai loro delitti, dai loro rimorsi.
Ma io non li compiango. A vederli hanno l’aria di saperla lunga, di conoscere il mondo molto meglio dei miseri cittadini che hanno sotto i loro piedi. Eppure io ho la certezza che per le loro colpe essi scontino ogni giorno la stessa, terribile e meritata pena: l’impotenza di uno sconfinato potere materiale di fronte a una sostanziale, insana, cronica infelicità.

Gabriele Pulvirenti

I’m not calling for a second chance,
I’m screaming at the
top of my voice.
Give me reason, but don’t give me
choice.Cause I’ll just make the same mistake again.
Buonanotte a chi ogni giorno prova a "mettere una pietra sopra qualcosa".
Buonanotte, perchè non vale la pena torturarsi per chi non c'è più - nè con il corpo nè con il cuore.
Sorridete.
Non c'è niente di meglio di un sorriso per poter distruggere chi vorrebbe vedervi distrutte.
anonimo

Buffo?


G.