lunedì 19 dicembre 2011

La cattiva politica in Italia non va mai in default

Se una volta le dittature nascevano dalla violenza, adesso nascono dallo spread.
Certo può  essere una frase ad effetto, ma non mi veniva altro in mente per descrivere la situazione italiana in questi giorni. Dittatura è un termine azzardato, forse troppo forte, e presuppone un "dictator", che prende le sembianze  del dollaro americano, o dell'euro, o del Renminbi cinese.  La politica è diventata mera subordinazione dell'economia finanziaria, e non lo si vede soltanto nel caso dell'Italia e della Grecia, paesi "commissariati"dall'UE e peraltro già con problemi interni molto gravi . Sia chiaro, se siamo in questa condizione, noi inteso come Italia, abbiamo e come le nostre colpe, che pagheremo a caro prezzo. L'urgenza ci ha imposto di correre ai ripari con un governo tecnico, chiamato per fare il cattivo gioco della politica. Risultato? Pagano sempre gli stessi, equità zero! D'altronde non mi stupisco più di tanto, né voglio soffermarmi  sui possibili provvedimenti, che si potevano prendere ma che non si sono presi (chissà perché? ): dai tagli alla burocrazia statale (i veri tagli alla politica) all'introduzione dell'ici sulle attività della Chiesa che producono ricchezze (il risparmio annuo per la Chiesa – e la perdita netta per il fisco italiano – si avvicinano ai due miliardi di euro),  dal taglio alle spese militari (recente è la notizia che l'Italia ha comprato 131 cacciabombardieri alla modica cifra di 16mld ) alla messa all'asta delle frequenze televisive digitali ( forse perché il partito di Mediaset è ancora esigua maggioranza?). La domanda che mi pongo è un'altra: si può permettere ad un governo non eletto,di fare scelte così drastiche che penalizzano solo ed esclusivamente la maggioranza del popolo? Mi direte, è l'urgenza che chiama, meglio in fin di vita che morti, perfetto, ma ci voleva davvero un governo di tecnici per fare una manovra di lacrime e tasse ? Credo che questo governo sia il "prestanome" della politica dell'interesse personale e clientelare e farà tutto ciò che un partito non si può permettere di fare per chiare ragioni elettorali. Questo governo non è la sconfitta della politica italiana, ne è la sua rigenerazione, la sua affermazione, in tutto il suo marcio. Berlusconi e la Lega ne escono vittoriosi, altro che festeggiamenti la sera delle dimissioni di B.: Monti spalerà tutto il letame in cui la cattiva politica degli ultimi anni ci ha sommerso e consentirà alla Lega di riprendere i voti persi durante la penultima legislatura passando all'opposizione. Credo poco alle lacrime di coccodrillo della Fornero , all'"illuminazione divina" del presidente della Conferenza Episcopale Italiana Bagnasco ( se n'è accorto ora che "forse" la Chiesa è vissuta in tutti questi anni nel più completo privilegio fiscale, nonostante già i contribuenti italiani versino circa 1 mld di euro nell'otto per mille alla Chiesa Cattolica?), alle interpretazioni di comodo delle borse e dello spread (dopo un grande abbassamento del tasso di 100 punti circa, recentemente è continuato a risalire nonostante la riforma), credo poco al mito della crescita infinita. Se è vero che ogni nazione ha il governo che si merita, prendiamone atto, supereremo pure questa, del resto la nostra storia ci insegna che gli ossimori politici convivono nella politica italiana; abbiamo superato la "democrazia autoritaria" di Crispi non vedo perché non possiamo superare la "tirannia (economica) costituzionale" dettata dal quel vecchio caro mostro del Capitalismo, che divora e rigenera ricchezza in un ottica meccanicistica in cui l'Homo sapiens diventa pura e semplice materia.

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