sabato 10 marzo 2012

Il testo del mese


Gente che vede nelle sconfitte altrui le proprie vittorie.  ( Ed altri che avendolo capito non fan altro che raccontare il proprio dolore, gratuita elargizione di bontà, o compiaciuta beffa della propria arguzia.)
La propria libertà è schiavitù altrui?

Gente che t’investe con lo sguardo, per poi avvicinarsi, offrirti una mano, scusarsi. E poi pretendere qualcosa da te: gente che al tuo “no, mi dispiace, non ho niente da offrirti”, ti gira le spalle e va.
Non avevi niente da regalare, forse, ma avresti voluto condividere qualcosa.
Non avevi nulla da svendere, ma forse ti saresti volentieri dato in prestito.
Nel pieno possesso della tua vita, la tua piena libertà.

Piazze affollate ed angoli di mondo, dove gli sguardi, incrociandosi si sfidano a chi resiste di più.
E poi nel momento in cui abbassi la testa, hai deciso di perdere,senti che qualcuno già punta il dito.
Qualcun altro ride.
Ma sì, lasciaglielo fare.  Non aver paura di ciò che non hai visto.
Volgi pure  lo sguardo alle tue scarpe, consumate dalla tua corsa: in fondo lo sai che non basterà a fermarti. E forse lo sanno anche loro, le loro sono solo risate nervose.
Non basteranno braccia stringendoti, a tenerti fermo.
Non basteranno occhi a convincerti. Non basteranno gesti, non basteranno promesse, non basteranno.
Non basteranno aste, svendite, pegni, non basteranno patti, vincoli o spergiuri.

Non basteranno assegni, contanti, o cambiali.
Le tue scarpe non saranno mai troppo consunte, mai troppo per smettere di correre.
Se ad un incrocio vedrai l’ennesimo mercato delle anime, scappa ancora per l’ennesima volta;
se su un marciapiede vedrai l’ennesimo venditore ambulante con la sua solita offerta del giorno, fuggi ancora un’ultima volta;
se un bel giorno, ovunque tu sia arrivato, ti ritroverai circondato da persone che non ti han posto  nessuna domanda eppure ti sorridono, allora fermati, anche solo per un attimo.
Non essere loro schiavo non implica essere schiavo di te stesso.

Chiara Carastro

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