venerdì 9 marzo 2012

Tema del mese



 
Dicono che non sia mai troppo tardi.

Dicono.

In realtà dicono parecchie cose,  un giorno "l'unione fa la forza",  l'altro "chi fa da sé, fa per tre".
E magari ti ritrovi un giorno circondato da gente che ti trascina, chi per un braccio, chi per un altro, e sembrano piuttosto convincenti nel dirti che "ti amano" ... "Ti amano." Sanno sempre cosa dire.
Poi ti ritrovi da solo, di fronte al tuo specchio, con la tua vita in un pugno, e nell'altro un po' di cenere, le loro foto bruciate con le loro dediche e le loro promesse. Oh, sì, sanno sempre cosa dire.

Io non so sempre cosa dire, anzi.
Certo, se imparassi un altro centinaio di luoghi comuni, probabilmente avrei la possibilità di avviare ovunque e in qualsiasi circostanza una buona conversazione. Una buona conversazione: una di quelle che può dilungarsi per ore ed ore e non riferire nulla.
Una "conversazione" insomma, puro e semplice intrattenimento.
Una conversazione potrebbe essere un'ottima alternativa per chi, come me, non è capace di raccontare le barzellette.
Ma in realtà ho spesso preferito il silenzio alle conversazioni, ed anche oggi non sono qui per parlarti del ciclone o del tornado, di stagioni che si allungano, che si accorciano, o del mio dubbio che in questo continuo accorciarsi o allungarsi potrebbero spezzarsi, come tutti gli elastici che da bambina, hanno minacciato di tagliarmi qualche dito.

Sarà che è marzo, e che nell'attingere al mio bagaglio di luoghi comuni, mi giustificherò dicendo che non è mai troppo tardi.

Quando il cogitoergosum nacque nella mia testa, non ricordo se fosse agosto, o già settembre.
Nacque come l'ennesima fantasia, un'idea lampo, procrastinata all'ennesimo domani.
Un domani che è già diventato ieri da qualche mese, assurdo crederci conoscendomi.
Ricordo che "il tema del mese", nacque, se non qualche istante dopo, simultaneamente al blog che ancora non aveva un nome: sarà poi Cartesio, sulla bocca di Messina, a suggerirmelo.
Il blog era un foglio bianco per chi odiava prassi, quesiti e giudizi.
Per chi ha sempre avuto un debole per i prati e le mattonelle, per chi ha un debole per i sorrisi, per i deboli sorrisi, per chi è debole ma nonostante sorride, per chi sorride e per chi vorrebbe poterlo fare.
Il tema del mese era una domanda vaga e più o meno banale che non accusasse nessuno per essere uscito fuori tema. Una domanda molesta per chi ha sempre giustificato il suo silenzio dicendo "non ho nulla da dire", per chi si è abituato a i luoghi comuni, si è adagiato, ed aspetta, aspetta qualcosa.
Per chi non sa cosa aspettarsi, ma aspetta.
Per chi aspetta, ma nell'attesa non s'è fermato.
Per chi si è fermato, e sta chiedendo informazioni alla stazione.
Per chi si lamenta perché i treni qua, non rispettano mai gli orari prestabiliti.
Per chi ha smesso di aspettare, o non l'ha mai fatto ma corre perché ha capito che non ci sono tempi.
Per te che corri, e per me che aspetto correndo.
Per chi rifugge i luoghi comuni, o per chi li adopera, per chi sa poco di sé, ma ha un'unica certezza: sa di non essere un luogo comune, e non c'è eventualità che disprezza maggiormente.

Il tema del mese è una domanda un po' vaga, una domanda che non condanna i fuori tema, i fuori luogo, i fuori tempo: per chi crede che la vita vada oltre pretesti, spazi e momenti.
Questo mese il tema, è stato suggerito da Gabriele Pulvirenti, che ringrazio vivamente per il suo appoggio e per i suoi numerosi apporti al Blog, che insieme a me gestisce con un entusiasmo davvero encomiabile :). Accanto ad uno spunto letterario, vi proponiamo uno spunto musicale.

Ricordo infine, per chi l'abbia dimenticato o non l'abbia mai letto che il cogitoergosum ha una mail a disposizione di chiunque voglia scrivere, e che basta questo per esserne parte attiva.
cogitoergosumBlog@hotmail.it
Inviate con una mail e le  vostre parole, ne basterebbe una, soltanto un link, una foto.

Grazie !

 Chiara Carastro

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