Sicuramente pochi avranno sentito
parlare dell'uomo della "storia" che voglio raccontare oggi, e solo di
recente. Anche perché i mass media preferiscono informare sulla vita
privata di Belen Rodriguez o di quella di Berlusconi. Perché in fondo a
chi interesserebbe sentire la vicenda di uno strano pescatore che poteva
tranquillamente accettare l'abusivismo e la sporcizia del suo paese, ma
ha deciso di candidarsi alle elezioni comunali e fare qualcosa?A chi
piacerebbe mai una storia che termina con nove proiettili mortali e non
con il solito "felici e contenti"? Ecco. Io invece oggi voglio prestare
la mia piccola voce a questa "strana storia". Angelo Vassallo era un
semplice pescatore. La mattina presto, prima dell'alba, partiva per
andare a pescare e tornava a casa la sera, stremato, dove la moglie e i
figli Antonio e Giusi lo aspettavano. Così procedeva la sua vita: con
tranquillità, un umile lavoro, soddisfazioni da parte della famiglia. E
chissà, magari la sera trovava pure il tempo di raccontare una favola ai
figli, o di una birra con gli amici. Una domenica Angelo si affaccia
alla finestra, richiamato da uno strano rumore. Non era ancora sorto il
sole e la strada era piena di bottiglie, cartacce, ecc. che rotolavano
spinte dal vento. Dopo aver caricato tutta la spazzatura sul furgone,
Angelo si avvia insieme al fratello alla discarica comunale. Chiede
indicazioni su dove e a chi rivolgersi, ma gli viene suggerito solo di
gettare la "roba" in mare, perché in fondo è quella la discarica. Deciso
a non inquinarlo e offeso dall'oltraggio che la città riservava al mare
da troppo tempo guida fino alla discarica di un comune vicino. Solo che
scopre che essa non è altro che un buco scavato per terra. Angelo
decide che non è giusto, ma non resta fermo a guardare e criticare: si
candida alle elezioni comunali e le vince. Comincia così il suo lavoro
da sindaco, attento ai minimi particolari, al "dettaglio".
Come ad esempio un posacenere sopra ogni panchina e una multa a chiunque getti la sigaretta per terra. Un gesto piccolo, ma i marciapiedi cominciano ad essere più puliti. Oppure dispone in ogni balcone dei gerani colorati. Un gesto banale, è vero, ma le case diventano più accoglienti.
Così la città, pian piano, comincia a diventare più pulita. Stop all'abusivismo, stop all'inquinamento.
Angelo non tollerava speculazioni, controllava spesso e personalmente che i depuratori funzionassero, denunciava possibili anomalie nelle aste giudiziarie, non esitava ad allontanare gli spacciatori dalle spiagge, faceva abbattere ogni costruzione abusiva.
Queste "nuove regole" però non furono accettate da chi preferiva costruire abusivamente per sviluppare il turismo e prendere soldi, o continuare a servirsi del porto per controllare il traffico di droga. Non furono accettate da chi cominciò a vedere Angelo come un ostacolo.
Forse nella città di Pollaca i cittadini si erano disabituati ad avere come rappresentante una persona che promette e mantiene ciò che dice. E magari Angelo era diventato sindaco proprio per questo, perché tanto uno valeva l'altro. Soltanto che per molti era solo un intralcio. E gli intralci vanno eliminati.
La sera del 6 Settembre 2010. Una sera come tante altre, Angelo Vassallo stava tornando a casa. Una macchina parcheggiata. Angelo si affaccia dal finestrino dell'auto, pone una domanda, ma avrà come risposta solo nove colpi di pistola.
Come ad esempio un posacenere sopra ogni panchina e una multa a chiunque getti la sigaretta per terra. Un gesto piccolo, ma i marciapiedi cominciano ad essere più puliti. Oppure dispone in ogni balcone dei gerani colorati. Un gesto banale, è vero, ma le case diventano più accoglienti.
Così la città, pian piano, comincia a diventare più pulita. Stop all'abusivismo, stop all'inquinamento.
Angelo non tollerava speculazioni, controllava spesso e personalmente che i depuratori funzionassero, denunciava possibili anomalie nelle aste giudiziarie, non esitava ad allontanare gli spacciatori dalle spiagge, faceva abbattere ogni costruzione abusiva.
Queste "nuove regole" però non furono accettate da chi preferiva costruire abusivamente per sviluppare il turismo e prendere soldi, o continuare a servirsi del porto per controllare il traffico di droga. Non furono accettate da chi cominciò a vedere Angelo come un ostacolo.
Forse nella città di Pollaca i cittadini si erano disabituati ad avere come rappresentante una persona che promette e mantiene ciò che dice. E magari Angelo era diventato sindaco proprio per questo, perché tanto uno valeva l'altro. Soltanto che per molti era solo un intralcio. E gli intralci vanno eliminati.
La sera del 6 Settembre 2010. Una sera come tante altre, Angelo Vassallo stava tornando a casa. Una macchina parcheggiata. Angelo si affaccia dal finestrino dell'auto, pone una domanda, ma avrà come risposta solo nove colpi di pistola.
Michela Lovato
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