Nel lontano 1886 un Farmacista di Atlanta, John Pemberton, inventò la formula di una bevanda deliziosa e rinfrescante, che chiamò CocaCola. Fu subito un gran successo.
Molti anni dopo, da un'altra parte del mondo, i sindacalisti colombiani della Sinaltrainal si battevano per il rispetto dei diritti umani, apertamente violati all'interno degli stabilimenti Coca Cola. Qui i lavoratori precari ricevevano salari al di sotto dei minimi prevesti dalla legge (375.000 Pesos, circa 125 Euro al mese) a fronte di dodici ore di lavoro giornaliere.
Chi cercava di difendere i propri diritti, iscrivendosi al sindacato, andava incontro a persecuzioni, sequestri, intimidazioni e minacce. Otto sindacalisti trovarono la morte.
E così, tra trasferimenti forzati, torture, fughe in altri paesi in cerca di asilo e omicidi, molti anni dopo a una mamma di Roma venne l'idea di portare la CocaCola in tavola, allietando il pranzo di tutta la famiglia. Scoprì un'altra importantissima formula, quella della felicità.
Chi cercava di difendere i propri diritti, iscrivendosi al sindacato, andava incontro a persecuzioni, sequestri, intimidazioni e minacce. Otto sindacalisti trovarono la morte.
E così, tra trasferimenti forzati, torture, fughe in altri paesi in cerca di asilo e omicidi, molti anni dopo a una mamma di Roma venne l'idea di portare la CocaCola in tavola, allietando il pranzo di tutta la famiglia. Scoprì un'altra importantissima formula, quella della felicità.
Martina Di Franco
concluderei con "Open Happiness"
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